Don Gallo ha spesso parlato con il cardinale Angelo Bagnasco della “fantasia del bene” e nei loro incontri c’è sempre stata “schiettezza e rispetto”. Così l’arcivescovo di Genova ha voluto ricordare questa mattina il “prete di frontiera”, scomparso nei giorni scorsi, nella sua omelia durante il funerale nella chiesa del Carmine, a Genova.
“Negli ultimi giorni della malattia, curato ed accompagnato dai familiari e dai tanti amici, andai a trovarlo a casa. Come sempre era felice e grato dell’incontro, sereno e a tratti scherzoso. Nella sua stanza da una parte l’immagine della Madonna, dall’altra la finestra sul porto. Potremmo dire le due presenze della sua vita di sacerdote e di uomo. Tra questi due poli ha camminato. L’amore a Genova, e l’amore alla Santa Vergine, al figlio Gesù, al Vangelo e alla Chiesa”. “Insieme – ha continuato il cardinale Bagnasco – da sacerdoti abbiamo guardato la città, la Lanterna e senza dirlo forse abbiamo chiesto al Signore che guardasse Genova con i suoi problemi, la sua gente, che guardasse i tanti che vivono ai bordi della strada nei morsi di preoccupazione e ferite e che bussano con fiducia alle porte delle nostre parrocchie”.
Don Andrea Gallo “svolse il suo ministero sacerdotale con lo sguardo e il cuore attratti da coloro che portavano più evidenti le ferite del corpo e della vita, quelle dell’anima. Come il samaritano del Vangelo e come missione di ogni sacerdote ha cercato di lenire i dolori di chi incontrava con l’olio della consolazione ed il vino della fiducia ridonando speranza per guardare al domani”, ha proseguito l’arcivescovo di Genova.
Dopo aver ricordato brevemente la vita di don Andrea, il cardinale Bagnasco ha ripercorso le tappe che portarono don Gallo alla fondazione della comunità di San Benedetto al Porto. “Cominciò quasi alla spicciolata – ha detto – aprendo la porta a chi bussava e cercava calore. La comunità, da iniziale ricovero, diventò abbraccio fecondo di chi si sentiva o appariva ai margini, forse senza nome”. “Don Andrea – ha continuato l’arcivescovo di Genova – sapeva che la sua era una risposta a coloro che per motivi diversi sono percossi dalla vita. Una risposta alle tante malattie che tolgono la luce ma non la voglia di cercare o di attendere un sorriso e una carezza. Sapeva che era la sua risposta e non pretendeva che fosse di tutti, perché la fantasia del bene è grande ed è percorsa con generoso sacrificio da molti”.
L’omelia di Bagnasco è stata interrotta due volte dalle intemperanze di un gruppo di persone all’esterno della chiesa del Carmine. Mentre il cardinale ricordava “l’attenzione agli ultimi” di don Gallo, dall’esterno si è levato il canto di ‘Bella ciao”, che ha coinvolto anche i presenti in chiesa. A quel punto è intervenuta la segretaria di don Andrea, signora Lilli, per farli smettere: “Così mancate di rispetto allo stesso Gallo. Lui ha sempre creduto nella Chiesa, ne aveva un rispetto profondo, ed era convinto che per vivere la Chiesa ha bisogno della testa e del cuore”. Poi, rivolgendosi al cardinale, ha aggiunto: “Scusi se mi sono permessa”. Da Bagnasco un gesto di accoglienza e in chiesa è tornato il silenzio. Poi il cardinale ha ripreso la parola.
Altri fischi hanno interrotto l’omelia durante il passaggio in cui il cardinale Bagnasco ha ricordato che “don Gallo bussò alla porta del cardinale Siri, che Andrea ha sempre considerato un padre e un benefattore”.
Alle esequie ha preso la parola anche don Luigi Ciotti, il fondatore di Libera, che ha ricordato che “don Andrea è stato sacerdote, un prete che ha dato nome a chi non l’aveva o, se lo aveva, se lo era visto negare da qualcuno” per “riconoscere la dignità, la libertà della persona su cui bisogna continuare sempre a scommettere”.