Sembra diffuso il pensiero che noi detenuti siamo un costo per la collettività e che gli Istituti di detenzione siano quasi come alberghi a 5 stelle dove mangiamo ed alloggiamo gratis. Signori, le cose non stanno assolutamente come certa opinione pubblica è indotta a pensare… Qui, oltre ad essere privati della libertà, ad essere ristretti in celle piccole ed anguste per 20 ore al giorno (non in tutti gli istituti, così come nel nostro, il famoso e pluri discusso problema del sovraffollamento carcerario, in quanto abbiamo una camera con servizi di tre metri per cinque e siamo in 3 persone), per espiare la nostra pena verso la comunità, noi italiani, paghiamo un costo giornaliero allo Stato. Addirittura chi di noi è impiegato in cucina, lavanderia ed altre mansioni interne, riceve un emolumento irrisorio, dal quale sono già detratte le spese per il suo mantenimento personale. Quanti invece non hanno la fortuna di interagire col lavoro, pagheranno tutte le spese che l’amministrazione penitenziaria ha sostenuto ed anticipato per suo conto a fine detenzione. Se sentite dal telegiornale oppure leggete dal giornale che un detenuto si è laureato o diplomato in carcere, lo ha fatto pagando di tasca propria le relative tasse scolastiche. Consequenziale che anche qui in prigione noi detenuti paghiamo quotidianamente il nostro “soggiorno”, compreso di vitto ed alloggio, spese mediche, eventuali trasferte, prodotti per la manutenzione dei locali che occupiamo. Oltre a quanto illustrato, abbiamo ulteriori spese di “sopravvitto”: prodotti per l’igiene personale, generi alimentari particolari e quanto altro non sia considerato strettamente indispensabile dal Regolamento penitenziario. Chi volesse venire a farsi una vacanza in qualsiasi prigione, si ricordi di portare la carta di credito!!!
TONY
Iscriviti alla Newsletter
Ricevi le ultime notizie creative da Il Nuovo Amico.