Come funziona la sanità carceraria all’interno del nostro carcere di Villa Fastiggi? Le terapie, le vaccinazioni anti influenzali e le medicazioni, per esempio quelle di routine oppure quelle impreviste, sono celeri ed efficaci. La nostra farmacia interna è ben rifornita per le patologie più comuni. Vari dottori, sia generici che specialisti, insieme agli infermieri si alternano nei turni diurni. Insomma il tutto appare assai ben orchestrato. Forse potrebbe migliorare l’assistenza odontoiatrica con una maggiore presenza nell’infermeria del medico dentista.
Altro aspetto rivestono invece le visite esterne. In questo caso anche noi detenuti, come tutti, siamo soggetti a lunghe attese, perché ogni cosa dipende dalla A.U.S.L. competente e dai suoi tempi tecnici. Per essere visitati all’esterno del carcere il regolamento prevede che il detenuto sia tradotto da tre agenti di scorta e che indossi delle manette. Una specie di guinzaglio e che ci mortifica facendoci sentire come dei cani. Un altro aspetto carente è che sono pochissimi in Italia i cosiddetti CDT, ovvero i centri diagnostici terapeutici, oggi assai insufficienti per il numero dei detenuti con patologie particolari. In questi centri di detenzione specialistica ci sembrano insufficienti sia i posti letto che il personale qualificato se riferito agli oltre sessantaseimila reclusi.
Dolenti note e tutto altro discorso è quello legato alle malattie mentali: gli ospedali psichiatrici giudiziari (OPG) risentono gravemente dell’influenza obsoleta precedente alla normativa della legge 180 e secondo le nuove disposizioni dovrebbero essere gia stati chiusi nel luglio 2012, anche se le lungaggini burocratiche non lo hanno permesso. Gli OPG infatti andranno trasformati nelle cosìddette “case protette” per restituire dignità ai pazienti detenuti che, purtroppo, vi sono ospiti.
TONY
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