La nostra Amministrazione Provinciale ripercorre la via del Festival della Felicità, che già lo scorso anno in epoca di pur minore evidenza della grave crisi che colpisce il nostro Paese aveva suscitato notevoli polemiche per le cifre di cui si era avuta notizia (si pensi al solo cachet di Benigni).
Quest’anno ci riprova con Bonolis, al cui cachet certamente non si farà fronte con i “soli” 20.000 euro di cui ci informa il presidente Ricci. Forse quei soldi, e magari anche quelli rastrellati con una tecnica di “fund rising” meritevole di miglior destino da parte di una Pubblica Amministrazione, si sarebbero potuti utilizzare per ben altre opere (edilizia scolastica, ne vogliamo parlare?).
Ma non è questa la ragione del nostro intervento, bensì la notizia che il 1 giugno sarà ospite Beppino Englaro, a presentare il libro di Maria Pia Ammirati “Le voci intorno”.
È evidente la strategia: “sdoganare” come esempio di “felicità” la storia tristissima di Eluana Englaro, condotta a morte dalla pervicace volontà del padre (!?) di interrompere la sua esistenza: quasi a voler dire che anche attraverso una scelta di morte si può perseguire la felicità.
Crediamo che sia finalmente tempo di chiamare le cose con il loro nome: la vicenda di Eluana ha dimostrato che nel nostro Paese è stato possibile far morire una giovane donna, certamente gravemente disabile ma nei confronti della quale non veniva applicata nessuna tecnologia estrema, che non veniva tenuta in vita da alcuna macchina, che era certamente fragile e proprio per questo avrebbe meritato la miglior solidarietà sussidiaria da parte di una società che si dice civile; una giovane donna nei confronti della quale, in ultima analisi, non vi era alcun accanimento terapeutico, la cui vita certamente difficile per lei, e conseguentemente per coloro che le erano vicini è stata invece interrotta, complice quella “giurisprudenza creativa” (card. Bagnasco, Prolusione al Consiglio Permanente della CEI, 28.03.2011) di cui ultimamente diversi magistrati si sono fatti promotori.
Il presidente Ricci – intervenendo su Facebook – ha scritto: “Forse bastava una telefonata per evitare una polemica di questo tipo”: è vero, forse il presidente avrebbe potuto davvero fare quella telefonata proprio al Nuovo Amico, che dice essere “una testata che apprezzo e della quale ho grande considerazione”, e magari avrebbe potuto ricevere un consiglio amichevole ed adeguato circa la opportunità di un simile invito.
Non basta pertanto sapere che al Festival si sono 140 invitati, e tra questi anche il responsabile diocesano della Caritas, per lasciar intendere che i cattolici non devono lamentarsi perché hanno il loro spazio. Crediamo sia tempo di finirla con la dicotomia sulla Chiesa, che sarebbe “buona” ed “ammirevole” quando si occupa di problemi sociali, ed anzi spesso svolge un’opera di “sostituzione” di quei doveri che sarebbero propri dello Stato e degli Enti Locali, e che è invece “retrograda” e “reazionaria” quando prende posizione contro gli attacchi alla vita umana, dal concepimento alla morte naturale.
Ma, poiché la vita umana non è “bandiera” di parte, dei soli cattolici, l’invito a prendere le distanze da questa iniziativa è rivolto a tutti coloro che hanno a cuore l’uomo, la sua vita e la sua dignità.
Emanuela Lulli Segretario Nazionale Associazione Scienza&Vita Paolo Marchionni – Presidente Associazione Scienza&Vita di Pesaro, Fano e Urbino.