Il cuore nella tradizione biblica indica l’anima. Spesso vediamo immagini di Gesù, di Maria e dei santi con il cuore in mano. Anche santa Margherita della Metola è raffigurata con il cuore, segno della sua profonda vita spirituale. Ubertino da Casale nella sua opera Arbor vitae crucifixae parlando di Margherita la dichiarava “Saggissima vergine, veramente consacrata all’amore sotto la guida di Gesù, veramente sposa di Cristo”. Il cuore è segno eloquente anche dell’amore sponsale a Cristo. Margherita è stata attratta dall’amore di Cristo e il Signore è stato attratto dall’amore di Margherita; questo rapporto tra Cristo e la piccola “Cieca della Metola” può essere descritto con le stesse parole del Cantico dei cantici quando lo sposo afferma: “Mi hai rapito il cuore, o mia sorella, sposa mia; tu mi hai rapito il cuore”. Lo sposo che è attratto dall’amore della sposa. Dopo la morte della Santa avvenuta il 13 aprile 1320 nel suo cuore furono trovate tre piccole pietre, dove erano raffigurate le icone di Maria, di Giuseppe e del Bambino Gesù, i componenti la sacra famiglia. Si svelò in quel momento il segreto di quella letizia soprannaturale che Margherita non aveva mai perso dinanzi alle prove più dure della sua esistenza: la cecità, la malformazione fisica, il ripudio da parte dei suoi genitori. La “povera orfana”, in realtà, non era mai stata tale perché il Signore non l’aveva mai abbandonata, e lei aveva saputo colmare il vuoto dell’assenza della famiglia terrena con il piccolo presepe che sempre aveva abitato il suo cuore. Questi episodi non sono una manifestazione di un’epoca ritenuta primitiva e superstiziosa. Il corpo di Margherita, come quello di santa Veronica Giuliani, entrambe nate a Mercatello sul Metauro, non era un cadavere, era invece una superficie di scrittura, un corpo-scritto che narrava la sua vita, una Bibbia parlante, memoriale inciso dei dolori e delle sofferenze della loro vita. Il corpo come un tabernacolo. E’ il cuore trilobato che distingue santa Margherita della Metola nelle raffigurazioni iconografiche. Il presepe, inciso nel cuore della nostra Santa, è stato il luogo dove Dio si è rivelato al mondo, quello stesso Dio che ha abitato il cuore della piccola Margherita. Questo cuore ora è nuovamente nel luoghi della nascita e dell’infanzia di Margherita, cuore che ha sofferto l’abbandono da parte della sua famiglia, ma anche un cuore nel quale Dio ha lasciato una traccia visibile della sua presenza e permanenza.