Nutrita partecipazione alle solenni celebrazioni, all’Oratorio San Giovanni, per la ricorrenza della festa del Santo titolare. Benedetti e distribuiti mazzi di spighe e di lavanda.
L’Oratorio di S. Giovanni ha fatto da corona alle solenni celebrazioni eucaristiche per la festa della Natività del Battista. E’ uno dei monumenti più illustri della città e, grazie alla decorazione pittorica quattrocentesca delle sue pareti, ad opera dei fratelli Salimbeni, rappresenta una delle realizzazioni più riuscite del gotico internazionale della Regione Marche e dell’Italia centrale. La qualità degli affreschi colpisce per la tecnica pittorica, la raffinatezza nell’uso dei colori e la minuziosa cura dei dettagli. Uno scrigno all’interno delle mura di Urbino che merita di essere maggiormente visitato ed ammirato.
La figura del Battista. Giovanni inizia la sua missione annunciando l’avvento del regno messianico ormai vicino, esortando alla conversione e alla penitenza. Accoglie Gesù al Giordano e gli dà testimonianza fino al martirio. Da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dalle regioni limitrofe, tanta gente accorre ad ascoltarlo, considerandolo un profeta; immerge nelle acque di quel fiume, coloro che accolgono la sua parola, ovvero dà un Battesimo di pentimento per la remissione dei peccati, da ciò il nome di Battista. Gesù lo proclama il maggiore tra i nati di donna, ma lui continua a mantenere atteggiamenti di umiltà perché, pur crescendo la sua fama di giorno in giorno, non si fa prendere dalla vanità, non ne approfitta, anzi dichiara apertamente che non è lui il Messia che deve venire. Anche nella rappresentazione iconografica è colui che indica Gesù come il Salvatore. Con il suo esempio ci fa pregustare quello che vedremo realizzato pienamente nella figura del Cristo.
Omelia. «Guardando il ciclo pittorico, relativo alla storia del Battista», mons. Salvucci, «ha sottolineato le fasi della sua vita fino al martirio. Egli conduce a Gesù e lo presenta come colui ci dona la salvezza perchè è la vera luce. Si mette nell’ombra per fare spazio al Messia. E’ un uomo che cerca i segni della presenza della salvezza. E’ molto umile, non vive il culto del successo personale, bensì invita i discepoli a seguire Gesù». E ancora: «Dobbiamo imparare da lui a vivere la nostra missione nel quotidiano, là dove siamo chiamati ad operare. E’ una grazia che dobbiamo chiedere perché ognuno di noi vorrebbe essere al centro dell’attenzione, ad avere un ruolo di prestigio e, se ci viene negato mostriamo un certo risentimento. Al contrario da Giovanni dobbiamo capire come vivere le relazioni con gli altri, ovvere metterci al servizio. Il Battista ci aiuti ad essere essenziali e ad abbracciare con fierezza la nostra fede, abbandonando ogni forma di tiepidezza». Anche il parroco, don Giuseppe Tabarini, nella celebrazione eucaristica del mattino, ha sottolineato le molte virtù di questo grande profeta, tra cui l’umiltà, la fedeltà, la coerenza.
Spighe di grano e lavanda. Al termine l’Arcivescovo ha benedetto le spighe di grano e piantine di lavanda che sono state poi distribuite ai confratelli e agli altri presenti. La tradizione racconta che già dall’inizio del ‘900, nella notte della vigilia di S. Giovanni, venivano raccolte le spighe di grano ed in mazzi da 33 ciascuno, erano appese in cucina, in segno augurale di provvidenza, di farina, di fragranza, di vita, gioia, prosperità, speranza, futuro. Poi negli ultimi decenni del secolo, il mazzo scende a tre spighe con in mezzo alcune piantine di profumo delicato (spighetto) che fiorisce nei giorni della nascita del Battista.