Ideato da don Umberto Brambati, quella che inizialmente era il pellegrinaggio “Urbino-Pelingo” sulla falsa riga della “Macerata-Loreto”, anno dopo anno è diventato un appuntamento dello Spirito da molti atteso e desiderato
Domenica scorsa 30 giugno si è svolto il 45° pellegrinaggio mariano diocesano al Pelingo. La partenza è avvenuta dal Santuario del Sacro Cuore di Urbino: questo cammino unisce spiritualmente i due santuari, per cui la grazia dei cuori misericordiosi di Gesù e della Madonna, che intercede per noi presso il Figlio, possono incontrare il bisogno di ogni uomo. I pellegrini sono poi transitati per la Strada Rossa fino ad arrivare a Fermignano dove hanno fatto la prima tappa e dove si sono uniti i pellegrini provenienti dall’entroterra e dalla città laniera. L’evento, voluto dal compianto don Umberto Brambati, fin dal 1980 è oramai un fatto di popolo, dove si incontrano giovani e meno giovani. La seconda tappa del cammino, dopo avere percorso le salite di San Gregorio, è avvenuta al Pian dell’Allodole dove, come da tradizione, le famiglie Marconi e Gostoli hanno offerto un piccolo ristoro ai partecipanti. Anno dopo anno, il pellegrinaggio e la devozione a questi luoghi sono diventati un appuntamento dello Spirito da molti atteso e desiderato, trasformandosi in un momento di profonda comunione con la comunità diocesana ed un momento forte di ringraziamento a Dio per l’anno pastorale e scolastico trascorso. Chi vive l’esperienza di questo itinerario scopre la tenerezza di Gesù e Maria per la vita di ogni persona.
Pellegrinaggio e vita. Il pellegrinaggio da sempre manifesta il dinamismo interiore dell’uomo: da quando Dio si è fatto uomo, pellegrino in mezzo a noi, il cammino si è trasformato in sequela. Ebrei e cristiani condividono nella Scrittura e in particolare nei salmi la peculiarità dell’uomo che per suo DNA non solo è viator, ma peregrinus, pellegrino. La vita stessa è pellegrinaggio: dalla sua nascita all’ultimo respiro ogni uomo compie un cammino. Questo cammino ha un punto di inizio ed ha una meta certa che determina con una speranza davvero illuminante il suo cammino: il Paradiso, la vita eterna. In questo ci può venire in aiuto la liturgia che in una orazione ben delinea il cammino di ogni cristiano, aiutato e sorretto dall’intercessione dei santi.
Prospettiva giubilare. Nella bellissima giornata di sole i rosari, le meditazioni e i canti guidati dal Gruppo di Morciola ci hanno introdotto al Giubileo 2025 dedicato alla preghiera: “perché la preghiera costante trasforma non solo la persona, ma anche la comunità, persino laddove il male sembra aver il sopravvento”. Papa Francesco ha così esortato i fedeli in merito al prossimo Giubileo: “Vi chiedo di intensificare la preghiera per prepararci a vivere bene questo evento di grazia e sperimentarvi la forza della speranza di Dio (…). Un anno dedicato a riscoprire il grande valore e l’assoluto bisogno della preghiera nella vita personale, nella vita della Chiesa e del mondo”. La messa finale è stata celebrata dall’arcivescovo mons. Sandro Salvucci che nell’omelia ci ha ricordato, attraverso l’episodio dell’emorroissa e della figlia di Giairo, che la fede in Dio salva anche nelle circostanze umanamente più disperate. Dio per manifestare la sua paternità ossia il suo amore per ciascuno ha scelto una donna sconosciuta, la Madonna: seguendo Lei noi sperimentiamo in Gesù la paternità divina, la cosa più necessaria all’uomo di oggi.