Gesù con due parabole, ci mostra storie di vita quotidiana che rappresentano il volto del Suo Regno. Nella prima, il seme gettato simboleggia l’annuncio pasquale della morte e risurrezione di Gesù, sparso nel terreno della nostra vita. La terra siamo ciascuno di noi con tanti dubbi, limiti, fatiche, ma anche potenzialità e libertà di accogliere il dono della Parola con l’impegno di operare affinché fruttifichi. Il periodo della crescita è il tempo dello Spirito che fa germogliare e maturare il seme depositato nel cuore dell’uomo. Il racconto ci insegna che la presenza di Dio, anche se sottratta alla vista come il seme sottoterra, è all’opera nella storia dell’umanità. L’altra parabola è quella del granello di senape che da piccolo diventa grande al punto che gli uccelli nidificano su di esso. Anche qui possiamo vedere la missione del Figlio di Dio piantata nella terra della nostra umanità. La sua morte in croce sembrava un fallimento totale, un dono gettato senza produrre alcun frutto, come il piccolissimo seme di senape, da sembrare insignificante. Eppure quella esperienza di Gesù che sembrava vana, per aver subito quella fine ingloriosa, poi è diventata una grande pianta che è la Chiesa, posta nel mondo come segno di salvezza per tutti i popoli. Occorre essere orgogliosi di appartenere alla grande pianta della Chiesa che un tempo era un piccolo seme, Gesù, inchiodato sulla croce. L’Arcivescovo ha presieduto la celebrazione eucaristica, al termine della quale ha benedetto l’aula studio, nella chiesa di San Domenico, a favore di studenti e docenti, intitolata a mons. Marinelli. «Il Signore ama le cose piccole», ha detto mons. Salvucci, «il seme è piccolo, ma contiene il sogno, ovvero di diventare spiga piena di chicchi di grano, ma occorre tempo e pazienza». E rivolgendosi ai maturandi e agli universitari «anche il vostro studio richiede pazienza e prima di vedere i frutti ci vuole tempo. Gesù vuole fare una cosa grande della vostra vita. Il seme è la Parola di Dio che genera, è il sogno del Signore per noi, ai quali chiede umiltà, fiducia, pazienza, costanza. E’ una Parola che richiede impegno, ma anche un lasciarci fare da Lui. Il Signore ci invita a credere alle cose piccole, perché Lui le fa diventare grandi. L’aspirazione del seme è diventare spiga, chicco, farina, pane, così auguro che sia la vostra vita», ha concluso l’Arcivescovo.