Poco sappiamo delle relazioni fra quello che vediamo del mondo e il mondo. Non ne vediamo la struttura atomica della materia né l’incurvarsi dello spazio. Gli scienziati – e tra essi la nostra urbinate Marika Branchesi – afferrando il suono delle onde gravitazionali hanno estremamente allargato gli spazi dell’universo. Già Galileo pensava a un grande progetto di unificazione della fisica terrestre con la fisica celeste, e secoli più tardi Newton ed Einstein con i loro studi sulla legge di gravità e la meccanica quantistica aprivano a un mondo senza confini e al mistero delle molteplici relazioni che esistono fra le cose. Mistero che ha sempre attratto scrittori e artisti. Tra essi Walter Valentini, formatosi in Urbino, in quella cultura rinascimentale, plasmata dalla Divina proportione di Luca Pacioli e della Prospettiva pingendi di Piero della Francesca, respirata alla Scuola del Libro, dentro il Palazzo Ducale dei Montefeltro, negli anni ’50, il periodo più bello della sua vita.
Armonia. La città gli ha dedicato una mostra antologica nella Galleria Albani, un recupero recente, molto bello di una parte del palazzo di quella famiglia patrizia, interprete per secoli della vocazione culturale della città. Ad inaugurare la mostra è intervenuto il Sindaco Maurizio Gambini con vari amministratori comunali, una rappresentanza di Pergola, città natale di Valentini, capeggiata da Armando Roia, galleristi come Elio Giuliani di Pesaro, industriali, come l’artista del vetro Vittorio Livi, docenti, architetti, uomini di cultura, attratti dalla lineare e raffinata sintassi del segno di Valentini, unico nel suo genere, in un mirabile equilibrio dei concetti di luce e di spazio, espressi con la stessa eleganza nella grafica, nella pittura, nella scultura delle sue opere in esposizione. Roberto Budassi, raffinato e sapiente curatore della mostra e dell’elegante catalogo, colloca Valentini nel solco dei classici rinascimentali della tradizione urbinate, italiana ed europea: “un pittore e un incisore che possiede al massimo grado il senso della misura, dell’equilibrio e dell’armonia”.
Mistero. Nell’universo che i fisici dilatano senza più confini, le fantasie ragionate di Valentini ci dicono che l’utopia quattrocentesca continua invitandoci all’impegno verso quel mistero delle molteplici relazioni che esistono fra le cose, nel dialogo continuo tra “scienza e preghiera”, per l’arte dell’ottimismo, della bellezza e della speranza.