E’ IL PRIMO PESARESE A REGISTRARE UNA S. MESSA IN ESECUZIONE MONDIALE
Marco Mencoboni per la rivista Amadeus
E’ il primo musicista pesarese a registrare per la prestigiosa rivista musicale Amadeus, una Messa, il cui manoscritto è stato scoperto da pochi anni. Una grande soddisfazione morale e professionale, per Marco Mencoboni, clavicembalista e direttore artistico dell’Ensemble Cantar Lontano, che ha registrato nella chiesa della Maddalena a Pesaro, prima esecuzione mondiale, nella prestigiosa rivista musicale Amadeus nel numero di maggio, la “Missa de Beata Virgine’’ a 5 voci di Ghiselin Danckerts.
Maestro ci può parlare della scoperta e di questa importante esecuzione?
E’ una Messa scritta da un importante compositore olandese, Ghiseiln Danckerts, che era uno dei cantori personali del Papa. Il titolo della messa, Missa de Beata Virgine, è stata fatta dal mio ensamble, Cantar lontano, quando con il progetto di restituzione del manoscritto musicale risalente al 2009, che ha avuto tra l’altro il sostegno della Regione Marche e del comune di Pesaro, che proprio quest’anno ha dato origine ad un gemellaggio artistico con Amuz, Festival van Vlaanderen di Anversa, finalizzato al recupero ed alla diffusione del repertorio vocale del Rinascimento, abbiamo scoperto che era intitolata originariamente “Missa’’ del 1540, in cui oltre alle tradizionali cinque parti: Kyrie,Gloria,Credo,Sanctus e Agnus Dei, vi erano altre quattro parti che all’epoca venivano improvvisati, dedicati alla Madonna.”
Quindi una scoperta importante, anche da un punto di vista musicologico?
“Certamente, perché è in questo periodo che vi è una fioritura dell’improvvisazione, che influenzerà poi nel secolo breve ed anche oggi il jazz. I brani improvvisati nella Missa di Danckerts sono l’introito, l’alleluia, l’offertorio e il post communio. Questi brani venivano improvvisati o cantati con le melodie gregoriane, anche se il compositore olandese le scrisse per intero. Il testo della messa si rifà alla Madonna, perché vi sono modifiche al testo, dove nel Credo, che dal concilio di Trento in poi, non viene mai nominata la Madonna, in questa messa pre conciliare, viene nominata. Dunque in questo periodo vi era una maggiore flessibilità per quanto riguarda i dogmi della fede, anche in senso liturgico-musicale”.
Ma chi ha scoperto questo importante manoscritto?
“Il musicologo italiano Arnaldo Morelli nella biblioteca del Conservatorio di Santa Cecilia a Roma. Era un manoscritto senza firma, ma in realtà il Morelli, nella prima pagina del frontespizio, ha trovato uno scarabocchio, che corrispondeva alla firma di Ghiselin Danckerts. Questa scoperta è sensazionale. Non ci sono altri documenti o partiture ritrovate, che danno la possibilità di ascoltare il suono straordinario dell’improvvisazione polifonica, che gli antichi chiamavano, contrappunto della mente. Noi sappiamo da molti documenti, soprattutto del primo seicento, come si faceva l’improvvisazione polifonica e certamente i musicisti dell’epoca erano dei maestri per tale costruzione musicale. All’ensemble Cantar lontano, abbiamo aggiunto un jazzista importante, grande sax, Gavino Murgia, che ha cantato lime di basso, una tecnica particolare che conferisce un suono straordinario a tutta l’incisione.”
Paolo Montanari